Lo sappiamo tutti bene: la cucina migliore al mondo è quella italiana, c’è poco da fare. Ma è anche una delle più copiate, spesso e volentieri molto male. Perché anche a voi non venga l’ulcera a sentir definire certi obbrobri come “cucina italiana”, eccovi, raccolti da Nippy Tips, alcuni tra i piatti che all’estero pensano siano italiani, ma non lo sono per niente. Prendete digestivo e antiacido che partiamo!
Spaghetti con polpette di carne
Viste in tantissimi film, l’emblema americano del “piatto italiano”… No, nemmeno io le ho mai anche solo minimamente annusate nella vita reale. Dovrebbero essere la versione estera del ragù, ma direi che hanno solo combinato un pasticcio!
Fettuccine Alfredo
Tutti ora vi starete chiedendo: cosa sono? È un condimento molto famoso e apprezzato all’estero, credendolo italiano, a base principalmente di Parmigiano e burro, che accompagna, dicevamo, soprattutto le fettuccine. Lo spacciano come piatto di gran lusso, quando noi lo usiamo soprattutto per quando stiamo male!
Pizza con l’ananas
La povera pizza è uno dei piatti italiani che all’estero, giustamente, più amano, ma è anche quello su cui si sfogano le loro peggiori manie da “haute cuisine”. Questo tipo di pizza, in particolare, sta prendendo piede anche in Italia, e, a detta chi l’ha assaggiata, pare che non sia poi così male.
Salsa marinara
Quella che fuori dal bel Paese spacciano con questo nome… non è altro che il nostro normalissimo sugo di pomodoro, a base di pomodoro e basilico. Niente a che vedere, quindi, con l’omonima pizza!
Carbonara
Avete presente quando vi ho detto di prendere un antiacido? Questo è il momento di utilizzarlo. In tutto il mondo, la carbona la preparano anche, o sostituiscono gli ingredienti tradizionali, con:
- panna da cucina;
- aglio;
- yogurt;
- prezzemolo;
- funghi;
- cipolle.
Ancora vivi? Questi sono solo alcuni degli ingredienti “alternativi” che si possono usare. E sappiate anche che esistono le confezioni di carbonara già pronta…

Sì, sono zucchine quelle.
Condimenti per l’insalata
Sotto questa categoria sono raggruppate tutte quelle salsine e salsette che vengono messe nell’insalata, perché secondo loro “in Italia si fa così”. Peccato che da noi si usino solo olio, aceto, limone, sale e pepe!
Pesto su bruschette e insalata
Potevano mancare altri abbinamenti improponibili? Nel Bel Paese il pesto è utilizzato solo per condire la pasta, in particolare spaghetti, trofie e trenette, mentre fuori lo si può trovare, oltre sul già citato antipasto, anche per condire insalate e piatti di pollo.
Questi erano i piatti che all’estero credono italiani, raccolti per voi dallo staff di Nippy Tips. Andatevi a mangiare un buon piatto di pasta al pomodoro e, in vacanza, ricordatevi di assaggiare solo il cibo del luogo, e non la loro versione dell’“italiano”!
Avete altri ricordi di viaggio su cibi italiani assurdi? Fateceli conoscere!
Stay tuned!
L’estate scorsa sono andato in Australia a trovare mio fratello che vive là ormai da due anni e vicino a casa ha un ristorante “italiano”, gestito però da australiani. Ero appena sceso dall’aereo e per non andare troppo lontani ci siamo fermati in questo posto, avevo ordinato una pizza margherita e sapete cosa c’era al posto del pomodoro?…Ketchup!!!
STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
Con riferimento al Vostro articolo ho il piacere di raccontarVi la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note “fettuccine all’Alfredo” (“Fettuccine Alfredo”).
Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale in una via del centro di Roma, ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. il sito web di Il Vero Alfredo).
Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
Un aneddoto della vita di mio nonno. Alfredo fu un grande amico di Ettore Petrolini, che conobbe nei primi anni del 1900 in un incontro tra ragazzi del quartiere Trastevere (tra cui mio nonno) e ragazzi del Quartiere Monti (tra cui Petrolini). Fu proprio Petrolini che un giorno, già attore famoso, andando a trovare l’amico Alfredo, gli disse che lui era un “attore” della cucina romana nel mondo e gli consigliò di attaccare alle pareti del ristorante le sue foto con i noti personaggi soprattutto dello spettacolo, del cinema e della cultura in genere che erano ospiti di “Alfredo”. Anche questa è una bella tradizione di famiglia che continuo a rendere sempre viva con affetto ed entusiasmo.
Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma (come Alfredo alla scrofa o Alfredo’s gallery) non appartengono e sono fuori dal mio brand “Il Vero Alfredo – Alfredo di Roma”.
Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza – sezione Attività Storiche di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, cordiali saluti
Ines Di Lelio